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Djoser si immise sul sentiero. Cautamente, per non
danneggiare la profumata protezione che aveva ai piedi, poi un po’ più spedito,
ma sempre con il naso rivolto in su. Abbassò il capo solo una volta o due a
raccogliere sassolini da terra.
Nel cielo, intanto, di un acceso violetto, tra cumuli
di nubi che avanzavano danzando, gli era parso di vedere nuovamente gli occhi
della Celeste-Nut guardare di sotto.
Capì subito che non erano gli occhi di Nut, ma quelli
di Djet e quelli di Neheh, le due personificazione dei Pilastri di Shu, i quali
altro non erano, che le braccia del Dio che sostenevano sua figlia.
Erano abbaglianti, trasparenti e infiniti. Come il
Tempo.
Sfuggivano alla forma: due sagome umane, forse. Una
femminile e l’altra maschile. Oppure il contrario. Djoser non riusciva a
distinguerle. Erano talmente alti che la cima si perdeva oltre le nebbie che
velavano il cielo, da cui spuntava, invece, la punta del Sesto Pilone, ancora
indefinibile, a quella distanza.
L’inquietudine accelerò il battito del cuore, ma non
rallentò il passo..
“E’ proprio strana l’atmosfera che si respira in que…
- s’interruppe, mentre era chino a raccogliere sassolini – Djet h Neheh! - proruppe – Ma che… che cosa sto facendo? Io
ho già… ho già raccolto questa pietra… - si rigirò fra le dita l’unico
esemplare di sassolino, anche se avrebbe dovuto averne in mano almeno due o tre
- Per la Barba di Seth! Il Tempo sta scherzando col povero Djoser. Forse dovrei
tornare indietro…”
Indietro dove? Si accorse che stava già passando in mezzo
ai Pilastri. Ne percepiva tutta la forza vitale e gli parve perfino di sentirne
il respiro. La sua mente cominciò a cavillare:
“Povero Djoser, sei davvero un fragile insetto e
potresti essere schiacciato, se uno dei due sollevasse un piede. Djeth
h Neheh.. Ah…sto passando in mezzo alle due Eternità! Se…
se solo spostassero un piede, il Cielo mi crollerebbe addosso… Calma. Calma!.
Shu li ha piazzati qui per reggere il Cielo e non per farlo crollare giù… Però,
sarebbe saggio affrettare il passo. Corri, Djoser… Corri. Corri più lesto che
puoi.”
Allungò il passo, ma una voce alle spalle lo
trattenne:
“Perché ti affanni così, con quei piedi doloranti?”
Djoser si fermò; si voltò e restò senza parole: di
fronte a lui c’era una fiamma bianca ed evanescente che guizzava intorno ad una
figura dall’aspetto androgino; lunghi capelli, fisico asciutto e longilineo, schendit
intorno ai fianchi, spalle atletiche, ma gambe e braccia sottili, mani
delicate.
Il ragazzo la fissò senza parole.
“Sono Djeth. Sono l’Eternità dell’Eterna-Eternità.”
“Ma… tu.” balbettò con affanno il ragazzo, girando il
capo verso destra, poi verso sinistra; i due Pilastri erano sempre al loro
posto; la strana sensazione che il tempo gli sfuggisse di tra le dita, però,
gli dilatò le pupille.
“Oh! – disse quella – E’ l’ansia da cui si fanno
prendere tutti, quando passano di qua e vedono il Ka di uno di noi Due.”
“Vuoi… vuoi dire che tu sei il Ka
dell’Eternità-Djeth?”
“E’ quello che ho detto!”
“… e vedi lo scorrere del Tempo?” balbettò Djoser.
“… prima ancora che venisse in esistenza…. all’origine
dell’Universo fino alla sua fine” annuì Djeth.
“Alla sua fi…fine? Tu hai visto susseguirsi ogni
evento… da... da quando Atum creò l’Universo all’interno del Nun?”
“Fino al Futuro che verrà, quando l’Universo tornerà
materia primordiale e il tempo cesserà di scorrere.” spiegò amabilmente l’Eterna-Eternità.
“ Non ci saranno più albe né tramonti? – domandò
Djoser, sgomento e smarrito – Né la Piena dopo la Secca?”
“Ci sarà un nuovo Inizio dopo la Fine, ma sarà compito
di Neheh, la Ciclica Eternità,
prendersene cura.”
“Oh!”
“Oh!... Non sai dire altro? Tutti quelli che
incontrano uno di noi Due, vogliono conoscere la propria eternità. Tu non sei…”
“No! – l’interruppe il ragazzo – Io non voglio
conoscere il mio futuro, ma quello di un’altra persona.”
“Oh! – fu Djeth a mostrarsi stupita.. o stupito…
Djoser non capiva se di fronte aveva un Essere di sesso femminile o
maschile – A chi appartiene il futuro
che vorresti conoscere?”
“Alla principessa Nefer di Memfi, ultimogenita del
Faraone.”
L’evanescente Ka di Djeth protese una
mano per tracciare una lunga ellissi dentro
cui comparvero immediatamente scene come in una pittura
parietale in movimento.
Djoser vide una nave scivolare lenta su una distesa di
acque. La riconobbe subito: era il “Tritone”, la nave del principe
Omohlo di Festo. Vide la principessa Nefer che osservava lo sciabordare delle
acque contro la fiancata; accanto a lei c’era il principe Omohlo e stavano
parlando amabilmente. D’un tratto udì il grido d’allarme del principe:
“Pirati…Pirati!” e vide alcune imbarcazioni che correvano veloci sulla scia
della nave.
“Pirati…” esclamò il ragazzo, ma Djeth aveva
già cancellato il suo anello di immagini.
“Ora devi andare. – stava dicendo – La Settima Ora sta
per scoccare e non è prudente per alcun viandante, vivente e non, in transito
per questi sentieri, lasciarsi intrappolare nella lotta tra Horo-Ra e Apep…
Vai, giovane viandante e non ti voltare. Guarda davanti a te il Sesto Pilone.
Vai ed affrontalo.”
Djoser si girò, ma dalle labbra gli sfuggì
un’imprecazione:
“Per la Barba di Seth! Quel Pilone sta in piedi sul
precipizio!”
Si girò verso Djeth, ma l’Eterna-Eternità era svanita ed egli era
di nuovo l’unico viandante su quel sentiero..(continua)
brano tratto da. "DJOSER e i Libri di Thot"
di Maria Pace
Editrice MONTECOVELLO
lo si può richiedere presso qualunque libreria - in rete - o presso l'Editore
oppure presso l'Autrice SCONTATO ed AUTOGRAFATO
mariapace2010@gmail.com