L'EGITTO dei FARAONI




DJOSER e Lo Scettro si Anubi

DJOSER e I LIbri di Thot

DJOSER e I Giardini di Osiride

DJOSER e il ritorno di Hapy

ANTICO EGITTO - Faraoni e Regine

ANTICO EGITTO - Credenze Religiose

ANTICO EGITTO - La Scrittura... La magia dei Geroglifici

domenica 9 dicembre 2012

Un mercato faraonico




.............. Lasciata la Grande Casa, i due imboccarono il viale di palme che conduceva al quartiere del "Sicomoro", il quartiere più grande che doveva il suo nome ai numerosi boschetti di sicomoro; laghetti e  fontane,  rallegrati da uccelli di diversa ala e dimensione, ne facevano un luogo pieno di delizie ed assai frequentato.
Un brusio proveniente dal fondo di uno di quei boschi attirò i due. Era un mercato e un’atmosfera vivace ed elettrizzante li coinvolse immediatamente. Mercanti e compratori, affluiti da altri quartieri, i primi a lodare e i secondi a deprezzare, erano impegnati in estenuanti contrattazioni. Egiziani, stranieri, donne, uomini, bambini, animali, tutti gridavano e facevano confusione, ma su tutti vigilava l’occhio onnipresente di guardie e funzionari addetti al controllo degli scambi delle merci.
Mosè si staccò dal collo una collanina di schegge di pietra.

"Vuoi vedere come trasformo questa collana di pietre in una catena d'oro?" disse al compagno, che lo guardava divertito e scettico.
"Vuoi farmi conoscere qualcuno dei tuoi trucchetti segreti?"
"A  te?  Oh no! Tu non hai bisogno di trucchetti, amico. – sorrise l'altro - Ma resta a guardare."
"Ah,ah,ah! Voglio proprio vedere come farai."

Il ragazzino si guardò intorno fino a quando i suoi occhi rapaci  non puntarono un uomo accovacciato per terra a gambe incrociate, che offriva le sue ceste di grano e legumi.
"Ecco il mio uomo. E’ quel contadino laggiù. - disse prendendo l’amico per un braccio - Vieni.”
"Hai preso un colpo in testa? Non vedi quanto è grande e grosso?”
"Resta a guardare! - replicò Mosè, puntando deciso in direzione del contadino, poi - Ehi, tu!” lo apostrofò in tono deciso quando gli fu vicino. Questi sollevò subito la testa.
"Cerchi della farina per farne focaccine dolci e pane profumato, bel ragazzo? Qui puoi trovarla e la puoi portare a tua madre."
"Sì. Cerco proprio della farina da portare a mia madre. - rispose prontamente il Ratto - Come l'hai capito?”
Seguì una pausa breve e studiata, durante la quale l’uomo tentò di prendere la parola. Mosè non gliene dette il tempo. 
“Oh! E’ chiaro! - riprese - Il tuo sguardo intelligente sa leggere dietro la mia fronte. Certo... Sì. Mia madre sarà contenta quando le porterò la farina. Mi chiederà: come hai capito che volevo della farina?  Le risponderò che è stato un giovane assai intelligente a capirlo per me. Sì! Mia madre ne sarà proprio contenta."
"Ma..." tentò ancora quello, alzandosi in piedi e sovrastandolo con l’imponente statura; Djoser, alle loro spalle, seguiva con espressione divertita il monologo dell'amico.
"Eccoti la mia collana da scambiare con la tua farina. Ascoltami bene, però. Ognuna di queste pietre solleva da un malanno. Osserva questa  lunga e stretta: protegge dal male alla gola. Quest'altra, protegge dal male alla pancia. Prendila e provala su te stesso."
L'uomo prese la collana. La rigirò tra le mani, spostando lo sguardo dai grani di pietra alla faccia seriosa del piccolo lestofante che domandava:
"Dimmi... senti male alla pancia?"
Il contadino scosse il capo.
"Hai forse male alla gola?"
L'altro scosse ancora il capo.
"Ai denti?"
"No."
"Forse hai male alla testa?"
L’altro scosse il capo per l'ennesima volta.
"Hai visto? Stai bene perché hai nelle mani la mia collana."
Il contadino provò a muovere qualche riserva, ma la piccola canaglia prima lo rabbonì con le promesse poi lo sconfisse con le minacce: 
"Portando questa al collo - scandì - vivrai senza malanno alcuno. Questi non sono grani di pietra comune, ma  frammenti di pietra divina. Sono schegge di pietra di dimore divine. Se la rifiutassi, rifiuteresti la protezione  e testa, gola, denti…”
"Ma io la prendo." lo interruppe l'altro, convinto e spaventato.
"Non ne dubitavo. - esclamò il ragazzo con estrema faccia tosta - La tua intelligenza è davvero assai evidente."
"Vieni. Vieni." Djoser lo prese per un braccio e lo trascinò via con una smorfia di divertito rimprovero per tanta sfrontatezza.


Il  Ratto  lo seguì con la grossa cesta di farina sulle spalle; il  suo volto aveva la placidità della superficie di uno stagno.
"Guarda laggiù." disse subito dopo; il suo sguardo aveva già colpito il secondo bersaglio: un venditore di sandali.
Stava seduto davanti alla sua bottega; una delle tante. In bella vista, fuori degli usci, erano esposti prodotti d’ogni genere e forma: sandali, fibule, vasi, cinture. I bottegai si davano gran da fare per attirare l’attenzione dei passanti.
I due ragazzi si avvicinarono e Mosè cominciò la sua sceneggiata. Toccava gli oggetti con fare da intenditore. Li girava e rigirava tra le mani; scuoteva la testa o faceva gesti di gradimento.
Il mercante abboccò immediatamente e si fermò alle loro spalle.
“Una sacca per i tuoi viaggi? – domandò - Una cintura o…”
"Sono solidi i tuoi sandali?" domandò il ragazzo.
"Metteranno le ali ai tuoi piedi e ti porteranno dove varrai."
E qui, l'impareggiabile piccola canaglia mise in atto lo straordinario talento acquisito durante la sua pur breve vita randagia: la capacità di confondere il prossimo.
"Mi piacerebbe raggiungere la mia meta." cominciò.
"Ecco  i sandali adatti.- rispose gongolante il mercante, convinto di averlo fatto abboccare all'amo del desiderio – Sono di solida corda di canapa, mio signore." aggiunse passando alla lode.
"Hhhhuuu..." il Ratto rispose con un incomprensibile verso.
"Chiunque li vedrà ai tuoi piedi desidererà averli ai propri.
"Devo prima liberarmi del mio peso." Mosè accennò alla cesta.
"Di quella posso liberarti io." insisteva l’altro.
"Sarebbe un buon affare per te, mercante, ma non per me. Questa farina viene dai magazzini reali. E' cibo per signori... ma io non ho bisogno di cibo. Io ho bisogno di sandali."
"E sandali, io voglio darti." abboccò l'altro.
"Così sia! Anche se con questa farina potrei comprare stoffe di lino pregiato, io la cedo a te per questi sandali."


Mosè lasciò la farina e prese i sandali; prima che il mercante potesse rifarsi i conti, si allontanò veloce.

Fu subito fermato da un venditore di profumi; un caldeo a giudicare dai suoi discorsi.
"Tendete  il naso, gente.    Neanche il profumo che attirò  Ishtar  verso l’altare, al Tempio di Babilonia, era così dolce."

Il Ratto si fermò; tese il naso verso l'ampolla.
"Oh! - recitò - Quello che dici è vero. A che mi serve andare fino a Babilonia con questi sandali per comprare profumi ed unguenti alla mia bella, se quel dolce profumo è già qui?”
“Tu sì, che hai naso, o giovane signore.” fece l’altro.
“Allora prendi, mercante. Questi sandali serviranno a te per tornare alla tua casa lontana. A me il profumo."
Lo scambio fu presto fatto. Prima che il mercante si riavesse  dallo sconcerto, Mosè afferrò Djoser, non meno sconcertato, per un braccio e lo trascinò via con sé.

Si fermò subito, preso tra due fuochi: un venditore di canne e una venditrice di ventagli. Tentato dalla bellezza della ragazza e dalla sua voce suadente, che decantava il bel venta
"Scegliete tra queste canne per le vostre passeggiate sul Nilo." gridava il mercante.
"E' un bell'oggetto!"  L'attacco ebbe inizio.
"Tu sei fine intenditore, bel ragazzo.” disse il mercante.
"Sì... Ma... Hhhh!..." il piccolo tossì, sospirò, squadrò la sua "vittima" da capo a piedi, poi lanciò uno sguardo alle canne bene allineate per terra. Il mercante abboccò.
"Non sai deciderti, eh? Sono tutte belle. Vero?" gongolò, precipitando nella rete con un sorriso compiaciuto.
"Belle. Sì! Senti questo profumo. – Mosè gli mise l'ampolla sotto il naso - Occorre andare fino a Babilonia per trovare simile fragranza. Le tue canne, invece, a decine, si possono trovare nel quartiere dei fabbricanti di mobili. Oh! Per due o forse tre canne, potrei cederti questa divina essenza, Non vedo la mia bella da tempo e questo profumo la getterà nelle mie braccia."
Lo sguardo del giovane mercante, un po’ vanitoso ed esibizionista, mostrò immediato interesse per l’ampolla.
"Dici che questo profumo potrebbe spingere una ragazza nelle braccia di un giovanotto?"
"Credi che sia io a dirlo? Certo che è così!"
"Si potrebbe fare lo scambio con due canne. Dammi la fragranza e prendi due canne."
Il Ratto prese due canne e cedette il profumo.
"Ecco  due canne a cui potrete appoggiarvi quando passeggerete con la vostra bella nei boschetti di Men-ank o di Get-Sut. Le ragazze che vi vedranno passeggiare diranno: come vorrei appoggiarmi a quelle canne e sospirare nei boschetti." prese a gridare; qualcuno  guardò, ammirò, contrattò, ma Mosè aveva già scelto il malcapitato su cui porre gli occhi rapaci: un gioielliere.
"Se fossi una ragazza impazzirei di gioia di fronte a queste meraviglie." esclamò, fingendosi estasiato davanti a spille, anelli, collane; al suo fianco Djoser seguiva muto la scenetta.
"Non sei una ragazza, ma avrai una sorella, una madre o un'amica a cui donare una di queste gioie." esordì il mercante, ignaro della trappola di parole in cui si stava per cacciare.
"La mia promessa mi aspetta nella casa di suo padre, dove sto per farle visita. Non ho avuto ancora il piacere di conoscerla. Siamo ancora troppo giovani, io e la mia bella."
"Quale occasione migliore per presentarsi a lei con un gioiello.” "Un paio di orecchini d'oro... forse."
"Un paio di orecchini d'oro." ripeté sorridendo l'altro.
"Per ora ho comprato due canne da passeggio per suo padre."
"Due canne per il padre e niente per la figlia?"
"Sono talmente belle che vorrò tenerle tutte e due. Potrei cederne una per un paio di orecchini, ma non vedo orecchini degni dello scambio. Le mie canne sono troppo preziose."
"Non  vedi orecchini degni di scambio? - ripeté il mercante un po' indispettito  dall’incompetenza del suo interlocutore - Queste due gocce di corniola imprigionate in un cerchio d'oro non ti sembrano degne di ornare il lobo della tua bella?... E questi  due turchesi? Non sono più luminosi della Celeste Nut? Non  potrebbero degnamente ornare le orecchie di una graziosa ragazza, mio giovane signore?" continuava il mercante, ormai in trappola.
"Le due gocce di corniola." disse il ragazzo.
"Così sia! - si arrese l'altro - Due orecchini per una canna."
"E' il miglior affare della tua giornata, mercante, ma il mio è il cuore  di  un  innamorato."  Sospirò Mosè  prendendo   gli orecchini e tendendo una delle canne, poi si allontanò rapido.
"Adesso cerchiamo una collana d'oro."
"Pensi per davvero di scambiare quegli orecchini con una collana?”
"Certo! Cerchiamo qualche ladruncolo."
 glio di piume di pavone e lo stesso pavone, il Ratto, però, finì a contrattare la canna da passeggio.
Un'ampolla  di profumo per una canna da passeggio dall'impugnatura d’argento finemente scolpita: un non facile scambio!
 (continua

brano tratto da "DJOSER e lo Scettro di Anubi"

I libri sono disponibili presso le migliori librerie o la Editrice MONTECOVELLO   oppure in rete:
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oppure direttamente all'AUTRICE
mariapace2010@gmail.com

sabato 8 dicembre 2012

DJOSER e lo Scettro di Anubi


ANTICO EGITTO - DJOSER e Lo Scettro di Anubi

l’ultimo libro di MARIA PACE                        

Romanzo storico-fantasy


edito fa SOCIETA’EDITRICE  MONTECOVELLO

 nelle migliori librerie da fine novembre



Siano in Egitto, Antico Regno – IV Dinastia.

Djoser, un ragazzo di sedici anni, allievo del Tempio di Ptha, lavora al cantiere della Piramide del faraone Khafra.

Abbandonato ancora bambino sulle rive del Nilo, Anubi, la più inquietante delle Divinità egizie, lo pone sotto la sua protezione facendo di lui una “creatura” diversa dagli altri mortali: gli permette perfino un viaggio attraverso la Duat, l’Oltretomba egizia, durante un percorso iniziatico.

La storia del ragazzo si intreccia con le vicende di un popolo unico e straordinario: scene di vita quotidiana, tecniche di costruzione di enormi strutture architettoniche, rivalità tra caste sacerdotali, intrighi di corte…

Si affacciano su questi scenari, lungo le rive di un fiume brulicante di vita, personaggi come Mosè il Ratto, piccola e simpatica canaglia, Osorkon di Tanis, ufficiale di Sua Maestà, arrivato dal Delta con l’inseparabile falco, il principe Thaose, nipote anticonformista del Faraone, e non mancano personaggi come Hetpher. Djeda o Kabaef, “grandi di magia”… Tutti loro condurranno il lettore attraverso un percorso di magico splendore e misteriosi rituali, ma sempre segnato da rigorosa ricostruzione storico


mercoledì 5 dicembre 2012

Sotto l'albero di Natale



Sotto l'albero di Natale c'è sempre un posto per un buon libro.
Posso suggerire il primo volume di una saga  storico-fantasy sull'Antico Egitto?
 il titolo è

DJOSER e lo Scettro di Anubi

edito da:  SOCIETA' EDITRICE  MONTECOVELLO
nelle migliori librerie

editor  Domenico di Mauro
 autore  Maria Pace